Il Giappone dà una stretta al cyberbullismo

da | 20 Settembre 2021 | News, società

Il Giappone da una una stretta al cyberbullismo: lo annuncia la ministra della giustizia Yoko Kamikawa in conferenza stampa a Tokyo, lo scorso nove settembre. Al momento le punizioni per questo reato prevedono una multa di meno di diecimila yen (circa 70 euro) e fino ad un massimo di trenta giorni di carcere. La ministra ha ribadito che servono misure più forti per fermare questo fenomeno sempre più in crescita.

il giappone da una stretta al cyber bullismo

La ministra Yoko Kamikawa (Wikimedia Commons)

 

L’episodio Hana Kimura 

Il suicidio di Hana Kimura, giovane wresterl professionista e star del reality show  “Terrace House”, avvenuto nel maggio 2020 ha sconvolto l’opinione pubblica giapponese e ampliato il dibattito sul Cyberbullismo. La giovane infatti, come aveva fatto intuire dai numerosi post sui suoi account social era vittima di insulti costanti sulle sue pagine. La situazione era diventata talmente insostenibile che nel suo ultimo video, Hana appare una persona completamente diversa dalla ragazza allegra e solare di sempre. I commenti di cui era vittima criticavano ogni aspetto della sua vita dal fisico alla sua vita personale, giudizi talmente pesanti da distruggere psicologicamente Hana.

Il suo suicidio è diventato uno scandalo da prima pagina in Giappone, portando persino alla denuncia del produttore del reality show. Una triste morte che è riuscita però a far pressione affinché il cyberbullismo venga riconosciuto al cento percento come forma di diffamazione. Due uomini, uno di Osaka e uno di Fukui hanno dovuto pagare una multa di solamente novemila yen (circa 60 euro) a testa perché trovati colpevoli di aver diffamato la giovane star. Se la morte di Hana non ha però avuto giustizia, il parlamento giapponese spera, con la nuova legge di poter rendere giustizia alle altre vittime.

La proposta di legge

“Il ripetersi degli insulti online può portare a violazioni dei diritti umani, nel prenderne coscienza dobbiamo inasprire le punizioni e considerarlo un crimine”.

Sono le parole della ministra Kamikawa nel presentare la nuova proposta di legge. In Giappone l’ultima modifica di legge per il reato di diffamazione, che si riferisce ad affermazioni false su un episodio specifico, risale al 1907 e prevede fino ad un massimo di tre anni di reclusione e una multa pari a circa 4000 euro. Per gli insulti invece sono previsti solo una reclusione fino a trenta giorni e una multa fino a settantasette euro. Seguendo gli eventi scatenati dalla morte di Hana Kimura, il Giappone sta lavorando ad nuovo disegno di legge. Il nuovo provvedimento comporterà un massimo di un anno di reclusione e una multa fino a 2500 euro per i colpevoli. Al momento, chi è vittima di questo reato far causa ai gestori dei social network per scoprire l’identità del criminale. La nuova legge però offrirà alle vittime un processo con rito abbreviato, direttamente in tribunale, permettendo loro di risparmiare sia in costi che in tempi.

Aspettiamo con trepidazione che la nuova proposta di legge venga approvata, per ridare dignità alle vittime e giustizia a chi finora ha perso la vita per via di un reato ignobile come questo.

Fonte:

Japan Times

Autore: <a href="https://hanabitemple.it/author/miryam/" target="_self">Miryam Messina</a>

Autore: Miryam Messina

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