La poesia dell’Imperatore per il 2022: “una finestra sul mondo”

da | 24 Gennaio 2022 | Articoli, poesia giapponese

Lo scorso 18 gennaio si è tenuta al Palazzo Imperiale di Tōkyō una cerimonia particolare, in cui è stata presentata e declamata la poesia dell’Imperatore per il 2022, assieme a molte altre. Un momento unico e solenne che fa parte delle numerose tradizioni con cui si accoglie il nuovo anno in Giappone. Siete curiosi di sapere di cosa si tratta?

Poesia dell'Imperatore per il nuovo anno: una finestra sul mondo

L’Imperatore che compone la sua poesia (illustrazione originale di irasutoya.com)

 

Celebrare il nuovo anno con una poesia

I giapponesi attribuiscono una grande importanza alle “prime volte” in cui si compie qualcosa. E in particolare, quando si rinnova l’anno, per dare in qualche modo l’idea di un “nuovo inizio”, certe azioni che si fanno per la prima volta dopo lo scoccare della mezzanotte, sono ammantate di un’aura quasi sacra. Ad esempio, lo hatsuyume, il primo sogno, in cui trovare un responso per il futuro; lo hatsumōde, la prima visita ad un tempio o santuario, in cui pregare per il favore delle divinità; lo hatsugama, la prima Cerimonia del Tè; il kakizome, la prima calligrafia, e molte altre ancora.

Tra tutte queste “prime volte” che segnano il Capodanno nipponico, ce n’è anche una che riguarda l’arte di comporre versi. Si chiama utakai hajime 歌会始, letteralmente “inizio delle riunioni di poesia”. La sua esatta origine non è del tutto chiara, tuttavia si hanno testimonianze della sua celebrazione fin dall’epoca Kamakura (1185-1333). Le poesie che vengono composte e declamate per l’occasione sono solitamente di genere tanka 短歌, da 5 versi e 31 more (l’unità di suono minima della lingua giapponese). Da autentica amante di questo genere letterario, sono davvero felice di aver scoperto l’esistenza di questa cerimonia.

Durante l’evento di quest’anno, le loro maestà l’Imperatore Naruhito e l’Imperatrice Masako, assieme ad altri 8 membri della famiglia imperiale, hanno presentato le loro composizioni. La principessa Aiko, figlia dei sovrani, non ha partecipato di persona poiché impegnata in esami universitari, ma ha inviato per la prima volta un proprio poema. In aggiunta, sono stati declamati anche 10 componimenti, selezionati tra gli oltre 13mila inviati all’Agenzia della Casa Imperiale per l’occasione, scritti da persone comuni di tutto il Paese.

Questo è il video integrale dell’evento (in giapponese):

Mi hanno colpita davvero tantissimo l’estrema ritualità di ciascun gesto e il modo così particolare con cui sono state declamate le poesie, che ricorda per certi versi il canto. Del resto, in giapponese “poesia” e “canzone” si dicono entrambi uta 歌, e ciò evidenzia l’affinità profonda che lega questi due tipi di composizioni. E non mi stupisce neppure che il sovrano del Giappone partecipi a un evento come questo, che ai nostri occhi stranieri forse può apparire triviale, rispetto ad altri impegni istituzionali più importanti. Fin dall’epoca Nara (710 – 794) infatti, la poesia ha sempre fatto parte della vita di Corte come mezzo comunicativo in occasioni ufficiali e private. E sono numerosissime le poesie di Imperatori che si sono tramandate fino a noi.

 

“Riaprire una finestra sul mondo”

Il tema poetico di quest’anno era mado 窓, “finestra”. La poesia dell’Imperatore, su cui si è concentrata in particolare la mia attenzione (e che nel video trovate dal minuto 59:36), recita:

世界との往き来難かる世はつづき窓開く日を偏に願ふ

Sekai to no yukikigatakaru yo wa tsuzuki mado hiraku hi o hitoe ni negau

Di seguito invece vi propongo la traduzione, curata da me:

Perdura, per la società,

la difficoltà a mantenere

il contatto col resto del mondo;

ma che un giorno si apra una finestra

io mi auguro di tutto cuore.

 

Il significato di questa poesia si ricollega inevitabilmente alla situazione del Giappone in questo periodo. Infatti proprio martedì scorso si è registrato un picco di oltre 32mila contagi, un numero record che ha costretto il governo a istituire uno stato di pre-emergenza per 13 prefetture, compresa quella di Tōkyō, che si aggiungono alle 3 per le quali era già stato promulgato. Questa misura, che impone diverse restrizioni e orari ridotti per ristoranti e locali, è entrata in vigore venerdì e si protrarrà fino al 13 febbraio.

In questo quadro sconfortante, purtroppo la libertà di spostamento delle persone è fortemente limitata. Poter viaggiare all’estero, e poter a propria volta accogliere viaggiatori stranieri sul territorio, rimane arduo. Tuttavia, la poesia dell’Imperatore esprime la sua sentita speranza che presto la situazione migliori, e che si possa nuovamente aprire “una finestra” che ricolleghi il Giappone al resto del mondo.

 

La poesia dell’Imperatore per il 2021: “dare buoni frutti”

Questo non è il primo poema di Naruhito che, seppur senza nominarla direttamente, fa riferimento all’emergenza pandemica. Anche quello dell’anno scorso infatti, l’accennava. Presentato eccezionalmente il 26 marzo 2021, il tema era jitsu 実, “ frutto, risultato, verità, realtà”. Eccolo di seguito:

人々の願ひと努力が実を結び平らけき世の到るを祈る

Hitobito no negai to doryoku ga jitsu o musubi tairakeki yo no itaru o inoru

E la mia traduzione:

Che le speranze

e gli sforzi delle persone

diano buoni frutti e

a un’epoca pacifica ci conducano,

io prego sinceramente

 

Con queste parole l’Imperatore nel 2021 si augurava che l’impegno delle persone a rispettare le misure di prevenzione potesse concretizzarsi con risultati felici, e che le loro speranze per una rapida conclusione dell’emergenza venissero esaudite. In modo da realizzare così per tutto il mondo un futuro più sereno.

 

Personalmente, ho apprezzato il fatto che queste poesie contenessero un richiamo alla realtà che sta vivendo il Paese. Dimostrano un’attenzione e una sensibilità davvero non comuni, e rivelano con delicatezza quanto il sovrano si senta partecipe delle preoccupazioni dei suoi sudditi e desideri risollevarne lo spirito. La mia intima speranza è che l’anno prossimo la poesia dell’Imperatore possa avere un tenore diverso, come auspicio che la pandemia per allora sia terminata e si possa tornare a parlare di argomenti più lieti.

Per il 2023 è già stato divulgato quale sarà il tema attorno a cui dovranno essere elaborati i componimenti: tomo 友, “amico”. La famiglia imperiale, ma anche i cittadini normali che desiderano partecipare, avranno dunque 12 mesi per riflettere su come sviluppare questo argomento e comunicarlo in maniera efficace attraverso i versi poetici.

Concludo con una piccola curiosità: non so se lo sapete, ma le poesie composte specificatamente dall’Imperatore si chiamano in giapponese gyosei 御製, “pregevole fattura”, oppure ōmiuta 大御歌, “venerabile poesia”. Quando è coinvolto il sovrano, le parole utilizzate sono differenti rispetto al linguaggio comune, come segno di rispetto per la sua figura.

 

Fonti

The Asahi Shimbun (inglese)

Wikipedia (giapponese)

The Asahi Shimbun (giapponese)

Reuters (inglese)

NHK World (inglese)

Autore: <a href="https://hanabitemple.it/author/yuki/" target="_self">Elisa M.</a>

Autore: Elisa M.

Sono piuttosto riservata, perfezionista e con un'anima curiosa: mi piace farmi domande e cercare le risposte. Quasi tutto del Giappone mi interessa e mi appassiona, di cui ho studiato lingua e cultura anche all'università. In particolare ho un debole per la poesia nipponica, così particolare e diversa da quella "occidentale". Sono una lettrice accanita, non solo di romanzi ma anche di fumetti; guardo spesso anime e adoro ascoltare le soundtrack delle serie o dei film che mi piacciono.

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