Come sono cambiati i manga a tema LGBT+

da | 28 Giugno 2021 | News

Come sono cambiati i manga a tema LGTB+ nel tempo?

Oggi siamo abituati a ricevere un’ampia varietà di manga che trattano questa tematica, con nuovi generi e sottogeneri che escono continuamente. In passato la proposta era certamente minore, e tra l’altro servivano principalmente per intrattenere. Di questi tempi, invece, possiamo godere anche di opere diverse, che hanno l’obiettivo di sensibilizzare come Il marito di mio fratello di Gengoroh Tagame e La mia prima volta di Kabi Nagata. I due titoli citati sono gli esempi perfetti per parlare di questo nuovo tipo di manga, in cui troviamo un messaggio molto più profondo.

 

I primi manga LGBT+ e la loro innovazione

Quando, negli anni ’70, le autrici dei più classici shōjo cominciarono a ideare le prime storie d’amore tra persone dello stesso sesso, costruirono le basi per quelli che più tardi chiameremo yaoi (Boys’s Love) e yuri. Queste mangaka diedero vita ai cosiddetti shōnen-ai e shōjo-ai (“amore tra ragazzi” e “amore tra ragazze”), che furono fondamentali nel creare una nuova consapevolezza in Giappone. La comunità LGBT+ era una realtà che si stava aprendo nel resto del mondo e anche in Giappone non fu da meno. E quale miglior modo per sensibilizzare i giapponesi, se non attraverso i manga?

Oggi non ci sono più solo yaoi e yuri, i manga LGBT+ hanno infatti assunto delle nuove forme. In un periodo in cui una maggiore educazione serve più che mai, i mangaka non si sono tirati indietro. Le loro opere, infatti, lanciano importanti messaggi al popolo giapponese in primis, e poi agli altri Paesi. Nei manga più recenti si riflette molto su quella che è la situazione attuale dei membri della comunità LGBT+ in Giappone, e a questo proposito analizzeremo con più attenzione Il marito di mio fratello di Gengoroh Tagame e La mia prima volta di Kabi Nagata.

Copertina di "Il marito di mio fratello" di Gengoroh Tagame

Copertina di “Il marito di mio fratello” di Gengoroh Tagame

Storie attuali del Giappone

Il marito di mio fratello (Otōto no otto 弟の夫) e La mia prima voltaMy lesbian experience with loneliness (Sabishisugite rezu fūzoku ni ikimashita さびしすぎてレズ風俗に行きましたレポhanno fatto parlare molto di sé. Due storie completamente diverse, ma che sono accomunate dalla necessità di rendere consapevoli i giapponesi su ciò che vive la comunità LGBT+. Attraverso l’analisi delle loro vicende personali, Tagame e Nagata parlano, seppur in modo diverso, di episodi di discriminazione e di grande dolore. Da una parte Gengoroh Tagame si ispira alla sua vita creando, però, una storia di finzione. Dall’altra parte, Kabi Nagata scrive un vero e proprio diario in cui racconta le sue esperienze.

 

Il marito di mio fratello di Gengoroh Tagame

Gengoroh Tagame è lui stesso parte della comunità LGBT+, essendo gay. Scrive da tanto tempo opere volte a sensibilizzare sulla tematica e difatti la sua bibliografia ne comprende moltissime della categoria yaoi. Il marito di mio fratello è il suo primo manga a distaccarsi da questo genere più erotico e, se vogliamo, più violento, lasciando spazio a una storia di perdita e di accettazione.

Il manga racconta della storia di Yaichi, padre single che da un giorno all’altro riceve la visita di Mike, il marito canadese del defunto fratello gemello. In un primo momento Yaichi è poco felice della presenza di Mike, perché come tanti giapponesi non vede di buon occhio le persone omosessuali, motivo per cui si era allontanato dal fratello. L’innocenza di bambina della figlia di Yaichi, Kana, e la gioia di vivere del cognato lo accompagneranno in un importante percorso di accettazione degli altri e di sé stesso. Tagame quindi, oltre a sostenere i diritti civili, si concentra sulla figura di persone come Yaichi, troppo influenzate dalle regole imposte dalla società.

Il marito di mio fratello è la denuncia di una realtà giapponese che oggigiorno è ancora molto presente, poiché le coppie gay continuano ad essere fortemente discriminate. Attraverso questa vicenda Tagame spiega le vicende vissute da tante famiglie giapponesi, che faticano ad accettare l’omosessualità dei loro cari. Invita le persone a ragionare, ad approfondire ed infine ad accettare il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

Pagine tratte dal manga "Il marito di mio fratello" di Gengoroh Tagame

Pagine tratte da “Il marito di mio fratello” di Gengoroh Tagame

La mia prima volta di Kabi Nagata

Con La mia prima volta Kabi Nagata scrive un vero e proprio diario, in cui racconta il suo percorso di accettazione e le difficoltà che ne sono derivate. Il seguito di questo primo volume si intitola Lettere a me stessa, dove l’autrice si ritrova a fare i conti con le sue ultime vicissitudini.

Ne La mia prima volta Nagata decide di approfondire un’esperienza che le ha cambiato la vita, e che lei stessa descrive così: “La mia prima volta: report di quando mi sono sentita così sola che ho chiamato un servizio di escort lesbo”. Al centro di questo manga c’è infatti il desiderio dell’autrice di sentire cosa si prova nell’avere un rapporto sessuale con un’altra persona, ma non solo. Soffrendo di depressione ed essendo molto sola, alla ragazza basta anche solo avere un contatto, un rapporto con qualcun altro. Arriva quindi a chiamare una escort, la quale la farà sentire un po’ più viva, anche solo attraverso un abbraccio.

In questo manga, che è il primo di Kabi Nagata, l’autrice compie un cammino di accettazione non solo della sua omosessualità: la mangaka infatti, che all’epoca della stesura dell’opera aveva appena 28 anni, si porta sulle spalle il peso di problematiche gravi, come la depressione, l’autolesionismo e disturbi alimentari. Con questo diario, Nagata cerca di accogliere tutte queste difficoltà, provando ad accettarsi a 360°.

Pagine tratte dal manga "La mia prima volta" di Kabi Nagata

Alcune pagine tratte da “La mia prima volta” di Kabi Nagata

 

Il marito di mio fratello e La mia prima volta dimostrano come, negli anni, siano cambiati i manga a tema LGBT+. In tutte le loro varietà, questi manga costituirono da sempre una grande innovazione, e adesso svolgono un lavoro ancora più importante. Gengoroh Tagame e Kabi Nagata hanno trattato l’argomento con un realismo ma, allo stesso tempo, con una tenerezza impressionante. E questo, a mio parere, è ciò che avvicina ancora di più i lettori a queste tematiche, e li aiuta a essere più empatici. Per questo semplice motivo, sono opere da provare, e vi assicuro che non richiederanno neanche chissà quale sforzo: si leggono con il cuore.

In un Giappone ancora poco aperto, è fondamentale un’instancabile campagna di sensibilizzazione. Gengoroh Tagame e Kabi Nagata lo hanno fatto benissimo, così bene che è difficile restare indifferenti.

 

Fonti:

Wikipedia: 1, 2

Autore: <a href="https://hanabitemple.it/author/maria-tamburini/" target="_self">Maria Tamburini</a>

Autore: Maria Tamburini

Laureata in Lingue Occidentali, è da sempre appassionata di culture straniere, in particolare di quella giapponese. Amante di quella parte più pop del Giappone, che comprende manga e anime, è appassionata anche di arte e letteratura. Le piace molto scrivere, ecco perché, per completare le sue passioni, scrive news per Hanabi Temple.

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