Oggi in Giappone si è tenuta la cerimonia tanto attesa con cui è stato annunciato il kanji dell’anno 2021. L’iniziativa si chiama Kotoshi no Kanji 今年の漢字, ossia “il kanji di quest’anno”. Come funziona? È piuttosto semplice in realtà: i giapponesi, tramite una votazione popolare, eleggono l’ideogramma più rappresentativo degli ultimi 12 mesi. Quello che ottiene la maggioranza dei voti viene decretato vincitore e rivelato durante un evento che di solito cade il 12 dicembre.
Questa giornata infatti è conosciuta come Kanji no Hi 漢字の日, ossia “il giorno dei kanji“, ed è dedicata a celebrare l’importanza della scrittura ideografica. Tuttavia, poiché stavolta è capitata di domenica, si è deciso di rimandare l’annuncio del kanji dell’anno 2021 al lunedì successivo.
Nel 2020 aveva vinto mitsu 密, ve ne avevo parlato, ricordate? Il suo significato, “affollato, intimo, vicino”, era legato alle misure di prevenzione dei contagi, in un momento molto critico per il Paese a causa della pandemia tuttora lungi dall’essere debellata. Stavolta, invece, il kanji dell’anno 2021 che ha vinto con il 4,66 % dei voti, è stato kin 金, “oro”. Su un totale di oltre 223mila voti, ben 10422 hanno optato proprio per questo ideogramma.

Calligrafia del kanji dell’anno 2021 (Illustrazione originale di Irasutoya.com)
“Oro” per la quarta volta
Quest’anno, dopo essere state rimandate a causa della pandemia, si sono tenute a Tōkyō le Olimpiadi e le Paralimpiadi. Sebbene turbate da polemiche e difficoltà, si sono svolte con successo e hanno rappresentato un momento di visibilità molto importante per il Paese a livello mondiale. Inoltre il Giappone ha racimolato un incredibile bottino di medaglie d’oro, ben 27!
Rispetto all’edizione del 2016 a Rio de Janeiro, in cui ne aveva vinte 12, si tratta di un numero notevole. Impegno, determinazione, talento: tutte qualità grazie alle quali gli atleti giapponesi hanno ottenuto molte vittorie, rendendo la nazione orgogliosa di loro. E quindi non stupisce che le persone abbiano scelto proprio l’ideogramma del metallo più nobile come kanji dell’anno 2021, per celebrare i loro meriti.
Non è la prima volta che i giapponesi votano proprio per questo carattere: infatti era già stato eletto vincitore nel 2000, 2012 e 2016, sempre in concomitanza con altre edizioni dei Giochi Olimpici. Si tratta quindi della sua quarta vittoria.
Inoltre, tra le motivazioni della scelta di questo kanji, sono stati citati gli incredibili successi di Ōtani Shōhei e Fujii Sōta. Il primo è un giocatore di baseball dei L.A. Angels che quest’anno è diventato il primo a venir selezionato sia come lanciatore che come battitore nello stesso All-Star Game. Il secondo è un giovanissimo giocatore professionista di shōgi, detentore di 4 titoli e il più giovane a conseguire a soli 18 anni e 11 mesi il grado di 9 dan.
Altre ragioni sono state: le misure di supporto finanziario decise dal governo a causa della pandemia; la coniazione di una nuova moneta da 500 yen; le vicende del matrimonio della Principessa Mako, che per le contrarietà sollevate nell’opinione pubblica alla sua unione con Kei Komuro ha rifiutato l’indennità a cui avrebbe avuto diritto.
Il secondo classificato, con un distacco di appena 118 voti, è stato wa 輪, “cerchio”. Riferito ai Cerchi Olimpici, a sua volta aveva vinto nel 2013, per festeggiare l’assegnazione dell’edizione 2020 dell’evento sportivo al Giappone.
Rivelazione e purificazione
Come sempre, il momento cruciale dell’evento ha avuto luogo al Kiyomizudera di Kyōto, uno dei luoghi sacri buddhisti più iconici della città. Di fronte a una platea di giornalisti e fotografi, il priore Mori Seihan ha tracciato il kanji dell’anno 2021 con pennello e inchiostro su un grande foglio. Al termine della cerimonia, la calligrafia è stata poi presentata al nume tutelare del tempio, il bodhisattva della compassione Kannon. E resterà esposta nella sala principale del culto fino al 22 dicembre.
Ecco il video live dell’evento:
L’anno 2021, coi suoi alti e bassi, coi suoi avvenimenti lieti così come quelli drammatici, è stato riassunto e in qualche modo definito in un unico ideogramma. In tutta la sua essenza così condensata, è stato poi simbolicamente offerto alla figura sacra e purificato. Il significato di questo rito è presto detto: ora l’anno può giungere alla fine libero dagli influssi negativi e le persone possono predisporsi all’arrivo del prossimo sotto i migliori auspici.
Questo evento si ripete dal 1995, da quando l’Associazione Giapponese per il Test di Abilità nei Kanji (Nihon kanji nōryoku kentei kyōkai 日本漢字能力検定協会) l’ha indetto per la prima volta. Possono partecipare i cittadini da tutto il Paese, inviando tramite mail o posta normale l’ideogramma che secondo loro definisce meglio l’anno in procinto di concludersi.
Cosa ne pensate? Siete d’accordo con la scelta fatta dai giapponesi?
Kanji in mostra
Gli ideogrammi sono uno dei 3 sistemi di scrittura utilizzati quotidianamente dai giapponesi. Non sono però autoctoni, come la parola stessa kanji ci rivela: letteralmente infatti, significa “caratteri della dinastia Han”. Giunti nel Paese dalla Cina, furono assimilati e adattati alle esigenze linguistiche nipponiche nel corso dei secoli. Il loro studio è perciò fondamentale per sapersi esprimere al meglio in questa lingua. Tuttavia, non rappresentano soltanto uno strumento comunicativo, ma hanno anche una valenza estetica. Del resto, lo Shodō 書道, o “Via della scrittura”, è una vera e propria forma d’arte, con numerosi stili e regole per tracciarli su carta.
La loro importanza quindi non è secondaria, e spiega anche l’esistenza di un vero museo a loro dedicato: il Kanji Museum (Kanji Myūjiamu 漢字ミュージアム). L’edificio, che include anche una biblioteca, ha aperto i battenti nel 2016 a Higashiyama, Kyōto. A promuoverlo è stata la stessa associazione ideatrice del kanji dell’anno. È un ambiente in cui i visitatori possono ripercorrere la storia degli ideogrammi dalle loro origini cinesi all’arrivo in Giappone. Sono esposti numerosi reperti con vari esempi di kanji iscritti e incisi, ed è possibile fare diverse esperienze interattive.
E fin dalla sua apertura, nel museo è presente anche la mostra temporanea dedicata proprio alle passate edizioni del Kotoshi no Kanji. Nella sala dedicata, sono esposte tutte le calligrafie in grande formato dei caratteri che hanno vinto gli scorsi anni. Visitarla è un po’ come fare un percorso indietro nel tempo e ripensare alle vicende che hanno portato alla scelta di ciascun ideogramma. E dunque alla storia recente del Giappone.
Quest’anno la mostra è partita il 27 ottobre e durerà fino al 12 febbraio 2022. Ecco il tweet che ne dà notizia e alcune foto dell’esposizione.
#京都 #祇園 にある「漢検 漢字博物館・図書館」(#漢字ミュージアム)では、今日から「#今年の漢字」展がスタート⭐️過去すべての「今年の漢字」の大書現物を見ることができる、迫力満点の企画展です😆実物(予備)の大きな和紙にも触れます🖌️https://t.co/aroGk10vbB pic.twitter.com/XxLGd7JCOK
— 2021年「今年の漢字」(発表12/13 14時) (@Kotoshinokanji) October 27, 2021
Il kanji dell’anno rappresenta il vissuto di una comunità
A parer mio quella del kanji dell’anno è davvero una bellissima iniziativa, un modo per riflettere sui mesi appena trascorsi e farne un bilancio. Ma attenzione: i singoli votanti non lo scelgono sulla base delle proprie vicende personali, tutt’altro. Ciascuno nell’esprimere e motivare la sua preferenza, prende in considerazione gli eventi che hanno avuto l’impatto o la risonanza maggiore per il Paese nel suo complesso. I giapponesi così sono spinti a riflettere su quanto è accaduto non solo nel loro piccolo quotidiano, ma in tutta la nazione. E con la loro scelta decretano quali sono state i fatti più rilevanti per tutta la società, nel bene o nel male.
La cultura giapponese è fortemente orientata alle dinamiche di gruppo, e dunque anche la parola con cui rappresentare un intero anno deve rispecchiare un sentire comune, una percezione condivisa con gli altri e non l’egoistico riflesso di una sola esperienza. Forse questo potrebbe stupire noi stranieri, abituati a pensare in modo più individualistico e a usare come metro di paragone solo il nostro vissuto.
Però, credo che sforzarsi di andare oltre a quanto ci ha toccati da vicino aiuti ad espandere il nostro punto di vista. Inoltre, cercare un unico termine che definisca le vicissitudini di un anno della nostra comunità, è anche un bel modo anche per renderci conto di quanto abbiamo partecipato e contribuito, quanto siamo stati coinvolti o toccati dai suoi fatti più importanti. Tramite la nostra scelta, possiamo anche esprimere implicitamente la nostra opinione su cosa è davvero importante e cosa no. E in definitiva possiamo rinsaldare il nostro senso di appartenenza.
Se doveste scegliere una parola per descrivere il 2021 dell’Italia, voi quale scegliereste?
Fonti
Tokyo Web (in giapponese)
Sponichi (in giapponese)
Kanji Museum (in giapponese)
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