“La Grande Traversata” di Miura Shion: navigare il mare delle parole

da | 22 Luglio 2022 | Articoli, recensione

Può un romanzo sulla creazione di un dizionario appassionare e risultare interessante? Secondo me sì, e se continuerete a leggere vi svelerò perché. La Grande Traversata di Miura Shion era nella mia lista personale dei libri da acquistare da molto tempo. Grazie alla collana La grande letteratura giapponese uscita in edicola con Il Corriere della Sera nel 2021 ho potuto finalmente recuperarlo.

Inizio subito col dirvi che non è una storia adatta a tutti: se cercate emozioni forti, azione, suspense o tensione, passate ad altro. Ma se invece non disdegnate le storie pacate, dal ritmo tranquillo e rassicurante, con un pizzico di romanticismo, probabilmente potrà piacervi. E se studiate la lingua giapponese, o avete per essa un interesse di qualche tipo, credo sia il libro giusto per farvene innamorare ancora di più.

Questa storia è stata trasposta anche in versione animata: è da lì che vengono gli screenshot che troverete nella recensione. Ne parlerò meglio più avanti. Nel frattempo…vi ho incuriositi almeno un po’? Allora vediamo insieme di cosa parla.

 

Libro "La grande traversata" di Miura Shion

Edizione italiana de La Grande Traversata di Miura Shion

 

La trama

L’anziano studioso Tomosuke Matsumoto e il suo fidato assistente Kōhei Araki fanno parte della sezione “Redazione Dizionari” alla Genbu Shobō, una casa editrice che ha sede nel quartiere Jinbōchō a Tōkyō. Stanno lavorando alla realizzazione di un progetto molto ambizioso: un vocabolario giapponese nuovo di zecca, che hanno deciso di chiamare Daitokai 大渡海, ossia “Grande traversata marina”. Il nome è un richiamo al Genkai 言海, “Mare delle parole”, il primo dizionario moderno in lingua giapponese, pubblicato dal linguista Fumihiko Ōtsuki (1847-1928) in 4 volumi tra il 1889 e il 1891. Riuscire a emulare la sua impresa è il sogno della vita del professore.

Araki desidera trovare un suo degno successore prima di andare in pensione, qualcuno in grado di assistere Matsumoto e prendere le redini della redazione. La persona prescelta dovrà avere “pazienza da vendere, un’attenzione maniacale per i dettagli, un amore folle e ossessivo per le parole e, non ultime, una visione molto ampia delle cose e una tempra d’acciaio che permettano di restare ancorati alla realtà e non impazzire”.

 

Screenshot anime "The Great Passage" (La Grande Traversata)

Screenshot da The Great Passage (La Grande Traversata), Studio Zexcs

 

Insomma, trovare qualcuno così non è affatto facile. A venire in suo soccorso è Masashi Nishioka, un altro membro della sezione Dizionari che in realtà non è per nulla portato per il lavoro, ma che è venuto a sapere di una persona che potrebbe fare al caso loro.

Si tratta di Mitsuya Majime, un giovane dipendente dell’Ufficio Vendite. Un tipo a prima vista un po’ imbranato, coi capelli arruffati, gli occhiali e gli abiti fuori moda, che non si fa notare molto. Riuscirà uno come lui, che non sembra affatto affidabile, a rispondere alle aspettative di Araki e a portare a compimento l’opera?

 

Un amore sconfinato per le parole

Questo in breve, è l’inizio della storia di Fune o Amu 船を編む, titolo originale del romanzo La Grande Traversata di Miura Shion. Pubblicato in Giappone nel 2011, è giunto in Italia con Einaudi nel 2018, tradotto da Gianluca Coci. Un libro che a parer mio è un’autentica dichiarazione d’amore per le parole.

Il nome giapponese è particolare: fune si traduce come “barca, nave”; amu invece è letteralmente “intrecciare, lavorare a maglia”, ma in riferimento ai dizionari significa “redigere, compilare”. Potremmo renderlo grossomodo come “redigere una barca”, o “intrecciare una barca”, un’immagine senza dubbio singolare. A noi italiani un titolo simile suona strano, ma ai giapponesi fa subito capire che la barca in questione è in realtà un vocabolario, che viene intrecciato e assemblato un poco alla volta. Curioso, no? Nella lingua nipponica non è raro trovare di questi giochi di parole.

 

La creazione del Daitokai

Quanti di voi in casa possiedono un dizionario? E quanti, nel corso della propria carriera scolastica o anche oltre, l’hanno utilizzato abitualmente?

Da ragazzina ne avevo uno, ma se devo essere sincera l’ho usato più come soprammobile che come supporto allo studio. Era un tomo enorme, fitto fitto di parole, non comodo da sfogliare, né tantomeno invitante. Mi sembrava insomma un oggetto poco pratico, che evitavo di usare il più possibile. Anche adesso, quando ho bisogno di cercare il significato di una parola o un sinonimo, preferisco usare i dizionari online, molto più veloci e immediati. E al posto del vocabolario cartaceo giapponese-italiano che possiedo, mi affido piuttosto al dizionario elettronico acquistato ai tempi dell’università, o a quelli sul web,

Questo romanzo, però, è riuscito a farmi guardare a questi strumenti con occhi nuovi.

Nel corso dei 5 capitoli in cui è suddivisa la trama, ho assistito alle varie fasi della creazione del Daitokai. Si parte dalla definizione delle norme redazionali, per arrivare alla scelta dei termini da inserire, alla compilazione e alla correzione delle voci. Si passa poi alla scelta della carta e all’ideazione del design della copertina.

Tra il terzo e il quarto capitolo è presente un salto temporale, a mio avviso ben integrato nel racconto. Non me ne sono accorta se non quando sono stati gli stessi personaggi a dire che fosse passato del tempo.

Non mancheranno poi alcuni ostacoli e difficoltà che creeranno un po’ di scompiglio e movimenteranno gli eventi; ma non vi anticipo nulla.

 

Screenshot anime "The Great Passage" (La Grande Traversata)

I personaggi al lavoro – Screenshot da The Great Passage (La Grande Traversata), Studio Zexcs

 

Un dizionario è come una nave

Devo ammettere che non conoscevo minimamente la mole di attività necessarie alla redazione di un dizionario: è davvero un lavoro lungo e certosino. Nulla è lasciato al caso.

E l’impegno messo dai personaggi per realizzare un prodotto che sia di vero aiuto per le persone, mi ha fatta sentire un po’ in colpa. Anche i vocabolari in fondo hanno un’anima: quella delle persone che vi hanno lavorato, con passione ed estrema sensibilità. Rispecchiano le loro scelte e la loro visione del mondo. E allo stesso tempo sono studiati per stare al passo della società che lo utilizza, rifacendosi a un linguaggio vivo, in costante evoluzione e mutamento.

 

Un dizionario è una nave che attraversa il mare delle parole, – disse Araki, come se stesse mettendo a nudo la propria anima. – Le persone salgono a bordo e raccolgono i minuscoli punti di luce che galleggiano sulla superficie delle onde. Lo fanno per rivelare agli altri i propri pensieri con la massima chiarezza possibile, usando i termini migliori. Senza i dizionari non potremmo che indugiare impauriti al cospetto della vastità di oceani infiniti.

 

Su di essi si può fare anche una riflessione di tipo politico: decidere quali termini inserire e quali no, è un’enorme responsabilità, e può diventare un potente mezzo di controllo del pensiero e delle idee. Per questo motivo dovrebbe rimanere un processo neutro, libero, non toccato dall’influenza di chi avrebbe tutto l’interesse a sfruttare questi strumenti per manipolare le persone.

E in un Paese come il Giappone, dove fin dall’antichità è radicata la convinzione che le parole abbiano un proprio “spirito” e il potere, da usare con cautela, di plasmare la realtà (il cosiddetto kotodama 言霊), che venga loro attribuita così tanta importanza non mi stupisce per nulla, anzi!

 

Screenshot anime "The Great Passage" (La Grande Traversata)

Screenshot dall’anime The Great Passage – Studio Zexcs

 

Dar voce ai sentimenti con le parole giuste

Fortunatamente, La Grande Traversata di Miura Shion non parla solo ed esclusivamente di dizionari: c’è spazio anche per altro. Majime infatti, mentre cerca di adattarsi al nuovo ambiente di lavoro, conosce Kaguya Hayashi, la nipote della sua padrona di casa Take, presso cui vive fin dai tempi dell’università. La donna, sua coetanea, è arrivata dalla nonna per darle una mano, ora che ha una certa età. Bella e garbata, è appassionata di cucina tradizionale, lavora come aiuto-cuoco e sogna di aprire un ristorante tutto suo un giorno. Per lui è amore a prima vista.

Impacciato com’è, prova a modo suo ad avvicinarsi a lei, sebbene non sia per nulla bravo nel comunicare efficacemente i propri sentimenti. Non ha alcuna esperienza con l’altro sesso. I libri sono i suoi unici amici, al punto da aver riempito la vecchia pensione della signora Take di centinaia di volumi. Non si può dire quindi che non ami le parole! Del resto si è laureato proprio in Linguistica. Semplicemente non sa usarle.

Ed è ironico che proprio un personaggio timido come lui, che ha difficoltà a relazionarsi con gli altri, sia chiamato a raccogliere in un volume lemmi e termini che aiutino le persone in ogni occasione.

Commuove vederlo impegnarsi per scrivere a Kaguya una lunghissima e goffa lettera d’amore, in cui tenta di esprimere ciò che prova. E fa sorridere come, in barba al pudore e alla riservatezza, arrivi addirittura a farla leggere al suo collega Nishioka per chiedergli consiglio. Come andrà a finire? Non ve lo svelo. Per i curiosi, il testo integrale della sua missiva è presente nel libro, come appendice.

 

Screenshot anime "The Great Passage" (La Grande Traversata)

Majime e Kaguya – Screenshot dall’anime The Great Passage – Studio Zexcs

 

Una scrittura pacata

Lo stile narrativo de La Grande Traversata di Miura Shion è piuttosto semplice, non fa uso di tecnicismi o espressioni troppo forbite. Da questo punto di vista, è una lettura piacevole e scorrevole, delicata nella rappresentazione dei personaggi e accurata nella descrizione di tutto ciò che ruota attorno ai dizionari. Le informazioni date a riguardo non sono troppo dettagliate o complicate, ma anzi viene detto il giusto per stuzzicare la curiosità del lettore senza tediarlo. Un equilibrio a parer mio molto ben riuscito.

Sono tre i personaggi di cui viene esplorata e approfondita la psicologia: Majime, Nishioka e un terzo personaggio che farà la sua comparsa dopo il salto temporale. Di loro potremo conoscere i pensieri, comprendere meglio il carattere e la mentalità, sbirciare un po’ nella loro vita privata.

 

Screenshot anime "The Great Passage" (La Grande Traversata) di Miura Shion

Screenshot da The Great Passage (La Grande Traversata), Studio Zexcs

 

Mancano però alcuni dettagli, ad esempio: non si sa praticamente nulla delle loro famiglie d’origine, né emergono importanti dettagli sul loro passato. Non che questi siano elementi strettamente necessari per dar loro spessore, ma la curiosità di saperne di più sul loro conto, capire come sono diventati ciò che sono, a me è rimasta.

Anche così comunque sono ben costruiti: mantengono una loro coerenza, ed è facile empatizzare con loro. I loro sentimenti vengono espressi in maniera contenuta, senza grosse manifestazioni emotive, del tutto in linea con il ritmo placido della narrazione. L’ho trovato rasserenante.

Aggiungo solo una piccola curiosità sul cognome Majime: scritto con gli ideogrammi 馬締, “fornitore di cavalli”, si pronuncia allo stesso modo della parola majime 真面目, che significa “serio, onesto, giudizioso, misurato”. Tutti aggettivi che calzano perfettamente al suo personaggio. Un nomen omen senza dubbio, appositamente studiato per rendere subito chiara la sua personalità.

 

Lo studio di nuovi termini attraverso le schede lessicali

Un’abitudine particolare che hanno alcuni personaggi è quella di portare sempre con sé delle schede lessicali e utilizzarle per trascrivere nuove parole o nuovi significati. Vocaboli ascoltati alla TV o in un dialogo tra due persone, letti in una locandina su qualche bacheca o nel biglietto da visita di qualcuno. Sono sempre pronti a prenderne nota per utilizzi futuri. È un atteggiamento da veri nerd di linguistica!

Per definire una parola era inevitabile usarne altre. Tutte le volte che Majime ci pensava, gli affiorava alla mente un’immagine che assomigliava alla Tokyo Tower, fatta però di legno e non di acciaio: una torre molto fragile costituita da una miriade di parole in perfetto equilibrio, parole a sostegno di parole.

Da ex studentessa e amante della lingua giapponese, questo loro comportamento mi ha fatto venire voglia di imitarli. Ho preso anch’io ad appuntarmi i termini nuovi in cui incappo leggendo o ascoltando qualcosa in questa lingua, per consultarli in seguito e studiarli. Credo sia una buonissima abitudine per rinforzare il proprio lessico. Ma è un metodo che in realtà si potrebbe applicare a qualunque lingua si stia studiando, anche la propria, proprio come fanno loro. Non bisogna mai dare per scontato di conoscere il significato di ogni parola! Mantenere un atteggiamento curioso e ricettivo non potrà che giovare alla nostra capacità di esprimerci.

 

Screenshot anime "The Great Passage" (La Grande Traversata) di Miura Shion

Screenshot da The Great Passage (La Grande Traversata), Studio Zexcs

 

La versione animata

Nel 2016 lo studio di animazione ZEXCS di Tōkyō ha prodotto la trasposizione animata de La Grande Traversata di Miura Shion. Gli 11 episodi che la compongono, diretti da Toshimasa Kuroyanagi トシマサ黒柳, sono andati in onda su Fuji TV nel contenitore noitaminA ノイタミナ (“animazione”), tra ottobre e dicembre di quell’anno.

In Italia la serie è arrivata in simulcast con il titolo internazionale The Great Passage grazie ad Amazon Prime Video, in seguito sottotitolata in italiano. Per chi volesse provare a guardarla, è ancora disponibile nel catalogo di Amazon.

Ogni puntata reca come titolo una parola che poi ha un ruolo al suo interno, e ho trovato davvero apprezzabile il fatto che alla fine, prima della sigla di chiusura, appaia anche la sua definizione completa. Un vero tocco da lessicografi!

Talvolta appaiono anche una sorta di “visioni a occhi aperti” di Majime, che hanno il ruolo di metafore e rappresentazioni visive delle sue emozioni, o dei momenti più salienti del suo lavoro. Assenti nel libro, aggiungono un tocco soprannaturale all’anime che ho trovato funzionale.

Un elemento che invece non mi è piaciuto molto è lo sketch a metà puntata, in cui i vari dizionari giapponesi più famosi, nelle fattezze di mascotte kawaii, fanno un piccolo siparietto. L’ho percepita come una forzatura, e penso non abbia aggiunto nulla di importante alla storia.

 

Screenshot anime "The Great Passage" (La Grande Traversata)

Screenshot dall’anime The Great Passage – Studio Zexcs

 

Nella versione animata ci sono alcune differenze narrative rispetto al libro, ma fortunatamente non si tratta di cambiamenti radicali che ne stravolgono il contenuto. Gli elementi essenziali ci sono tutti, e la caratterizzazione dei personaggi, seppur non così curata come nel romanzo, non è stata pregiudicata. E anch’io, che sono una purista e prediligo in genere trasposizioni fedeli da un medium ad un altro, non sono rimasta troppo infastidita dalle modifiche fatte.

I disegni sono freschi e puliti, senza eccessivi dettagli, e i colori sono delicati. L’atmosfera complessiva dell’anime è leggera e raffinata. Le musiche di Yoshihiro Ike 頼広池 sono discrete ed eleganti, ma non spiccano particolarmente. La sigla iniziale è “Shiokaze 潮風” (“Brezza salata”), cantata da Taiiku Okazaki 体育岡崎: ha uno stile vivace e ritmato, che va un po’ in contrasto con i toni più miti della storia. Quella finale invece, più lenta e sognante, in linea con l’opera, si intitola “I&I” ed è cantata da Leola レオラ.

 

Giunta ora alla fine della mia recensione, posso dire che La Grande Traversata di Miura Shion è stata per me una lettura assai piacevole. E la serie animata una gradevole visione. Chi l’avrebbe mai detto che qualcosa di apparentemente “barboso” e noioso come la creazione di un dizionario potesse diventare il fulcro di una storia così bella e interessante! È stata per me una splendida sorpresa. Spero di cuore che anche voi gli darete una chance.

 

Fonti

Wikipedia (eng)

 

 

Revisione a cura di Silvia C.

Autore: <a href="https://hanabitemple.it/author/yuki/" target="_self">Elisa M.</a>

Autore: Elisa M.

Sono piuttosto riservata, perfezionista e con un'anima curiosa: mi piace farmi domande e cercare le risposte. Quasi tutto del Giappone mi interessa e mi appassiona, di cui ho studiato lingua e cultura anche all'università. In particolare ho un debole per la poesia nipponica, così particolare e diversa da quella "occidentale". Sono una lettrice accanita, non solo di romanzi ma anche di fumetti; guardo spesso anime e adoro ascoltare le soundtrack delle serie o dei film che mi piacciono.

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